domenica 29 marzo 2020

Stavo pensando alla Nicolasa Fabian, per me "la Nico", che è intraprendente nel sopravvivere a questa quarantena girando tanti video interessanti. Ci accomuna la birra Corona, altro che virus e spero che al più presto io possa offrirle ancora una bevuta.

sabato 28 marzo 2020

Non so se vi è mai capitato di dire una parola mentre in sottofondo state ascoltando la radio o la televisione e un istante dopo risentire lo stesso vocabolo nei mezzi di comunicazione. A me capita spesso. Addirittura una volta stavo leggendo un libro in biblioteca, alle parole "fish and chips" due studenti che stavano chiacchierando dagli armadietti hanno proprio detto quelle parole. L'ultima stranezza è stata quando stavo per giocare a briscola in ospedale e una ragazza mi disse di togliere il due di bastone. Lo avvistai nel mazzo e le chiesi di dire un numero. Fu l'8 e contai fino a quella cifra ed era corrispondente proprio quella carta lì.

L'ANEDDOTO: in fila al supermercato

Sono andato al D+ al quartiere Campanella. A parte la fila che potevi scegliere di andare anche al Conad. Vedo Angelo che faceva musica con gli Studio Staff. Faccio partire una song loro e vedo che il giovane (scusate c'è Elisa in A modo tuo, religioso silenzio dei tasti), prende il cellulare pensando di sentire la sua suoneria. Poi si gira e ci facciamo un ok d'intesa.

FACEBOOK: il gruppo "Napoletani a Imola" è attivo su tutti i fronti

Nel gruppo di Facebook "Napoletani a Imola" il gestore Salvatore Bocchetti e i suoi adepti sono attivissimi nel pubblicare post sia simpatici ma anche impegnati che fanno riflettere. Grazie a "Salvo" che ha fondato un raggruppamento che dà voce ai meridionali che vivono in riva al Santerno.

CORSI: l'Endas organizza un corso per arbitri


giovedì 26 marzo 2020

CORONAVIRUS: Malu Cianca da Bergamo: "Restate in casa"

Malu Cianca
A Bergamo l'emergenza legata al coronavirus è ai massimi livelli. Sono tantissime le persone decedute anche tra i medici. Dopo l'appello lanciato tramite il nostro blog, Malu Cianca, transessuale che fa l'influencer vivendo nella città orobica, si fa ancora sentire: "Chiedo gentilmente, con tutto il mio cuore, a tutti di stare a casa. Altrimenti questo virus non si fermerà. Restate nelle vostre dimore perché ci sono troppi morti".
Cianca poi continua: "Se la gente non rispetta le regole, il virus continuerà ad estendersi. Stiamo morendo uno ad uno, non c'è da scherzare. Il governo deve prendere misure più severe per chi è in strada. Per chi non possiede un motivo valido ci vorrebbe l'arresto immediato".
Malu Cianca è stata menzionata del libro dello scrittore Renato Porfido intitolato “Manuale dell'aspirante attore” e collabora con l'agenzia New Celebrity Management che si occupa di organizzare pubblicità nei settori della moda, del cinema e della televisione.


martedì 24 marzo 2020

IL PERSONAGGIO: Alessandro Brusa, tra riprese e comicità

Alessandro Brusa

“Mi hanno chiesto come si sta comportando il governo nei confronti del corona virus. Ho risposto che l'Italia non è pronta. A Conte bisogna fare i complimenti per la responsabilità che ha ma sta procedendo a tentativi. Prima chiude le scuole, poi i bar e i supermercati la domenica mentre l'asporto si può fare. Purtroppo lavora meglio il virus che fa il suo corso”.
Alessandro Brusa affronta l'attualità prima di dedicarsi all'aspetto professionale: “Faccio le riprese a Di.Tv che va avanti con l'informazione, col tg curato da Isorio Alvisi. Ma il lavoro è diminuito visto che sono sospesi i programmi di intattenimento come quelli Nearco e il liscio”.
Brusa si organizza in questo modo: “Scendo da Borgo Tossignano con la mia autocertificazione, poi torno e mi chiudo in casa. Sono pigro e, sapendo che tutta l'Italia è chiusa in casa, mi consolo. Ci sono tante cose da fare ma bisogna avere la voglia. Non sono rassegnato ma la volontà è calata. Vedo un lumino alla fine del tunnel”.
Alan Vanguardia è il nickname da comico: “Mi sono accorto che a 20 anni credevo in un sogno e le battute venivano come pioggia. Qualsiasi aspetto della vita era reso sotto forma di battute. Poi arrivi a 30 anni e scopri che la vita non è facile così come realizzare i propri desideri. La vena comica si arrugginisce”.
Il gioiello invece del borghigiano è Televallata: “Sta andando bene. Non volevo trattare il corona virus perché l'emittente è nata per valorizzare il territorio. Ma la gente lo ha chiesto e ho fatto una diretta che ha visto la presenza di 500 persone in contemporanea. La pagina ha 9mila mi piace superando quasi il Resto del Carlino e sorpassando quella del Sabato Sera. Alessandro Monti l'ho creato io dando a lui notorietà e visibilità”.
Per progredire Alessandro ha delle necessità: “Cerco nuove collaborazioni, a livello di sport siamo messi male. E tanto di guadagnato se entra qualche sponsor. Lavoro come un matto ma sono da solo e non percepisco un euro”.
Infine Brusa la prende con filosofia: “Qualsiasi cosa si dica va nel dimenticatoio. Parliamo di niente, di aria fritta. Questo è l'emblema della società di oggi”.

LA STORIA: Angelo Salotto, cieco alle prese con biciclette e vasi fuori posto

Angelo Salotto
“Riscontro delle difficoltà a recarmi dall'ospedale vecchio in centro storico. Le biciclette sul marciapiede e i vasi di fiori non appoggiati al muro sono un grosso ostacolo così come le piante grandi. I rami sbattono in faccia e mi tocca romperli ”.
Angelo Salotto, 67 anni abitante a Toscanella, è cieco dal 2001 e racconta la sua esperienza.
“Se sono appoggiato al muro riesco a muovermi ma, in caso contrario, sbatto col ginocchio. Ho due cani che mi aiutano ma se i cicli non sono posizionati bene può capitare che si infili il manubrio sotto il braccio ribaltandosi addosso”.
Il non vedente si è fatto sentire con chi di dovere: “Ho inviato una mail all'ufficio che si occupa delle relazioni con il pubblico denunciando che in una fermata dell'autobus, in caso di pioggia, gli utenti non riescono a sostare sotto la pensilina perché ci sono 8-10 persone che bivaccano ubriachi e drogati. A me viene la nausea e il mal di testa”.
Poi Salotto parla della cecità: “Sono cieco dal 2001 dopo aver subito 82 interventi causati da un glaucoma. E' stata dura anche se mi ricordavo tutte le strade. L'anno successivo mi hanno subito dato il cane che non è quello che ho ora. Anzi ne ho due, Dorich che ha due tumori e Clea. Quando ho avuto la seconda avrei dovuto restituire la prima ma non me la sono sentita. Clea è un pastore tedesco che non vuole vedere gli altri cani al guinzaglio”.
Angelo, che ha frequentato un corso per non vedenti, conclude: “A Imola, in via Cairoli, c'è un punto di ritrovo ma non vado perché non ho legato col presidente”.

lunedì 23 marzo 2020

Oggi l'incombenza era andare in posta a pagare la famosa multa salata. In via Orsini c'era il disinfestatore cl suo inconfondibile attrezzo giallo. Vado alla Croce Coperta e arriva lo stesso lavoratore e le poste chiudono. Mi reco infine in via Grieco dove fortunatamente in disinfestatore era già passato.

domenica 22 marzo 2020

I MIEI PRIMI 60 ANNI: Domenico Tassinari, un guru della pallamano

Domenico Tassinari

“Le prospettive sono critiche visto la piega che sta prendendo l'emergenza legata al corona virus. Se i campionati riprenderanno si rischia che i giocatori siano non in condizione e si possano infortunare”.
Il coach della Pallamano Romagna, Domenico Tassinari, torna sulla stretta attualità prima di parlare della squadra di serie A2 prima della sosta forzata.
“Il trend era in crescita, nel girone di ritrono stavamo dimostrando di essere la squadra di riferimento, come la mina vagante del campionato. Nelle prime otto partite saremmo classificati secondi o terzi. All'inizio perdavamo di 12-13 gol di scarto ma poi si è registrato un passo in avanti del gruppo. Il frutto del lavoro si è visto. E' un peccato perché l'interruzione forzata non dico che vanifichi gli sforzi ma toglie un po' di certezze”.
Il Tasso ha compiuto da poco 60 anni e quindi è doveroso stilare un bilancio: “E' senza dubbio positivo. Ho iniziato a Mordano, con un gruppo di amici, negli anni '80 quando mi sono staccato da Imola. Lavoravo nelle scuole dove ho insegnato a Tarafino, Fabrizio Folli, Tabanelli, Tampieri e Bacchilega tra i tanti, vincendo soprattutto titoli giovanili”.
Poi l'ex allenatore azzurro ha continuato la carriera in crescendo: “Il gruppo successivo era formato da Rossi, Bulzamini, Matteo Folli e mio figlio Fabrizio che ha ottenuto buoni risultati nella massima serie”.
Il 60enne di Mordano continua: “La soddisfazione rimane che il lavoro è stato preso in eredità da Fabrizio e, grazie a lui, abbiamo allargato la base a Lugo, Sant'Agata sul Santerno e ci vogliamo espandere anche a Forlì. Abbiamo quasi 50 bimbi a Imola e un gruppo di 12 istruttori. La società del presidente Vito Sami ha fatto vedere di essere organizzata per la partita della nazionale contro la Slovacchia”.
Infine il discorso non può che vertere sulla famiglia: “Bicio è nato con la palla in mano passando da giocatore, a istruttore laureandosi in scienze motorie. Certamente ha le idee più giovanili e tecnologiche rispetto alla mie che sono datate almeno di 20-30 anni. Anche mia moglie Catia dà una mano a espletare la contabilità, tesseramenti e, in generale, i contatti con la Federazione”.

Domenica di Sgarrone. A pranzo tortelli burro e salvia, radicchi con bruciatini e un'arancia. Stasera pizza portata dai Munel.

ARTE: la mostra di Silvia Celeste Calcagno


Sabato 12 aprile 2014, nel Museo di San Domenico di Imola, alle ore 18, verrà inaugurata “Not me”, la mostra di Silvia Celeste Calcagno, a cura di Luca Beatrice, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città di Imola/Musei civici e la Galleria Pomo da DaMo contemporary art di Imola in collaborazione con la Galleria PH Neutro Fotografia Fine - Art di Pietrasanta.
Un viaggio artistico intenso che si snoda nel centro storico di Imola, dal Museo di San Domenico alla Galleria Il Pomo da DaMo , e nasce da un lungo studio dell’artista sul “genius loci”, in un intersecarsi tra l’arte antica e moderna della collezione permanente del Museo e il linguaggio contemporaneo della Calcagno. L’artista prosegue nel suo lavoro di ricerca sul corpo, sulla femminilità e, soprattutto, sull’esistenza passando per la videoart, la ceramica e l’installazione. La mostra costituisce un viaggio nell’interiorità e nell’esistenza delle protagoniste dell’opera di Silvia Celeste Calcagno: Rose, Carla, Celeste, Angelica, Iris. Un percorso dove il filo conduttore è rappresentato dal sottile confine tra vita e morte. Puri ricordi o creature in vita, corpi che lottano per non morire, per non essere dimenticati, ma anche donne che seducono, che tradiscono, che amano.
All’interno del Museo l’attento studio contenutistico e l’allestimento curato nei dettagli creano un profondo legame tra le opere permanenti della collezione e le installazioni dell’artista in un dialogo continuo fatto di rimandi e di evocazioni. Così avviene tra la Madonna Assunta dell’artista bolognese, di fine Cinquecento Lavinia Fontana e l’opera sospesa Iris della Calcagno; tra i disegni del Gabinetto dei disegni con fogli di maestri emiliani e le opere tratte dalla serie Carla che si contrappongono e si insinuano “raccontando” il corpo umano riletto nella dimensione artistica del contemporaneo. Un percorso complesso e suggestivo, fatto di rimandi e di evocazioni che prosegue nello spazio espositivo Galleria Il Pomo da DaMo con una serie di lavori dedicati.
Chi sono le protagoniste dell’opera di Silvia Celeste Calcagno? Sono una e tante. Sono, parafrasando il romanzo di Luigi Pirandello, “Una, nessuna e centomila”. Il susseguirsi degli scatti, dei ritratti, dei volti, che raccontano le mille sfaccettature delle donne, si confondono nei molteplici sguardi che narrano una e, insieme, centomila donne. Il dubbio finale, che nasce al termine del percorso, è che queste donne “non siano”, non esistano, che siano, appunto, “nessuna”.
In occasione della mostra sarà presentata una monografia dell’artista a cura di Luca Beatrice, edita da Silvana Editoriale.


Città di Imola
Assessorato alla Cultura/Musei civici

in collaborazione
Galleria Pomo da DaMo contemporary art di Imola

Courtesy
Galleria PH Neutro Fotografia Fine-Art
Pietrasanta - LU -
www.ph-neutro.com

Titolo NOT ME
Date 12 aprile - 29 giugno 2014
Curatore Luca Beatrice
Sedi Museo di San Domenico - Il Pomo da DaMo Contemporary Art Imola

Inaugurazione
12 aprile 2014

ore 18
Museo di San Domenico
Imola, via Sacchi 4

ore 19
Il Pomo da DaMo contemporary art
Imola, via XX Settembre 27

orari
Museo di San Domenico
dal martedì al venerdì 9-13
sabato 15-19
domenica 10-13; 15-19

Il Pomo da DaMo contemporary art
mercoledì, venerdì, sabato 17-19
e per appuntamento (333-4531786)

Informazioni:
telefono: 0542-602609
musei@comune.imola.bo.it
info@ilpomodadamo.it

www.museiciviciimola.it
www.ilpomodadamo.it

Sponsor Tecnici

Quidam Vetro e Innovazione
www.quidamsrl.com

Crd
Genova
www.crdsrl.it

ARTE: Dento, l'opera magistrale di Giandomenico Paglia


Giandomenico Paglia lo conosco da tempo immemore. All'epoca ricordo che amavo già cantare ma non ero ancora ad alti livelli mentre lui era già un bravo chitarrista. Gli proposi un duetto che non è mai concretizzato. Ma non si sa mai. Poi "Gian" mi regalò il cd rom della sua opera riguardante Dento che ho deciso di farvi vedere.

DENTO, OVVERO: STORIA DI UN PERSONAGGIO INFORME ATTRAVERSO UN BIENNIO DIFFICILE – IN TREDICI ATTI E OMAGGIO FINALE” (2010-2011)
Il lavoro sembrerebbe trarre origine dal fumetto e dall’illustrazione, con personaggi dal lontano richiamo a Keith Haring, ma in realtà parte da una provocazione di fondo, le tredici tavole di cui è composto sono in realtà delle moderne predelle.
Come nel Medioevo le predelle avevano la funzione di raccontare le scene del vangelo al pubblico dei fedeli lasciati nell’ignoranza dalla Chiesa, (che non consentiva la liturgia e la traduzione della Bibbia nella lingua volgare per avere un maggiore controllo sui fedeli), così queste tavole, con intento provocatorio, cercano di sopperire all’ignoranza causata dall’assenza nei moderni mass media di massa di una reale informazione e racconto della crisi nei suoi primi due anni
Il personaggio principale che compare in quasi tutte le tavole è Dento, apparentemente senza forma, ma che in realtà assomiglia a un dente rovesciato; Dento, non è ne un mio alter ego ne un personaggio inventato, ma una persona le cui vicende sono in larga parte coincise con le mie; lui rappresenta le ultime generazioni (ma non solo) ed è un personaggio che non ha una sua forma propria non per sua inettitudine o perché sia, come è stato definito qualche anno fa, un bamboccione: ma perché le sue condizioni di precarietà gli impediscono la realizzazione della sua identità nelle società in cui vive.
Dento non si accorge di tutto questo, pensa che sia stato sempre così: vive male ciò’ che gli sta succedendo ma in realtà se lo fa scivolare addosso come se fosse naturale.
Il compito di portare il messaggio più forte all’interno dell’opera è assegnato a un altro personaggio, un suo amico, appunto l’amico di Dento, che compare circa a meta del ciclo.
L’amico di Dento è di una generazione precedente o forse è più politicizzato, comunque ha assistito alla perdita lenta ma inesorabile dei diritti nel mondo del lavoro e di questo non riesce a darsene pace.
Lui con la crisi sta perdendo tutto, ma ciò che più lo fa stare male non è quello che subisce in quanto persona privata ma quello che subisce in quanto persona sociale.
Probabilmente è sposato e anche il suo matrimonio sta subendo l’inevitabile deterioramento che ne consegue da una situazione materiale così estrema, ma dalle tavole non lo sappiamo, perché il ciclo racconta anche questo: la solitudine sociale di questa crisi, di come quello che è stato un evento di massa in realtà sia stato risolto in maniera privata.
L’amico di Dento è quasi un moderno Diogene che è alla disperata ricerca della solidarietà sociale.
Il ciclo termina con ultima provocazione: siccome un artista per poter vivere della sua arte deve vendere, il racconto deve piacere, e ogni storia che piaccia deve essere “furba” e avere quindi un lieto fine; ma il lieto fine che ha la vicenda in realtà è l’unico “lieto fine” che una situazione può avere…
Il ciclo si apre con una tavola di presentazione e si chiude con un omaggio finale, all’interno di ogni tavola c’è il titolo dell’opera.
Ecco il link: Dento di Giandomenico Paglia

sabato 21 marzo 2020

LA SFIDA: mister Eurico Souza


Chiedo agli amanti del calcio a cinque di unirsi alla sfida di pubblicare una loro foto in campo.
Solo una foto, nessuna descrizione. L’obiettivo è quello di inondare FB di foto positive. Per favore posta una foto in campo e augura che #andràtuttobene

Cena con petto di pollo, radicchi e un'arancia.

CORONA VIRUS: l'esperienza di Guerrino Bertuzzi

Guerrino Bertuzzi

“Dal primo di marzo ho iniziato ad avere problemi. Ho avuto un contatto il 26 febbraio a casa mia e il 12 marzo ho capito che c'era di mezzo il virus. Non avevo la febbre alta, al massimo tre volte oltre i 37, e mai oltre 37,4. Pensavo fosse solo la tosse dovuta ad un raffreddamento. In televisione dicevano che bisognava avere una temperatura oltre i 38 gradi”.
Guerrino Bertuzzi, 65enne imolese, racconta la sua esperienza: “Al Pronto Soccorso hanno fatto il tampone a mia moglie e a me. In più sono stato sottoposto a una Tac che ha evidenziato il Covid-19, confermato poi dal tampone. Mia moglie è tornata a casa in quarantena mentre sono stato trattenuto in isolamento a Imola per due giorni e poi trasferito al Bellaria dove ho continuato le cure”.
Bertuzzi continua: “Non sono mai stato grave, ho sempre respirato autonomamente ma con un leggero affanno. E' morto un uomo di 78 anni che stava vicino a me che aveva anche altre patologie ed è stata un' esperienza terribile”.
L'ex lavoratore della Cognetex scende nei dettagli: “I miei parametri erano buoni e ora sono a casa in quarantena. Informo quelli che mi seguono su Facebook e su WhatsApp di non sottovalutare nulla e li metto in guardia sulla facilità di ricevere il contagio. Ho vissuto questa disavventura direttamente e non per interposta persona. Tanti sono malati ma non lo sanno e così il contagio può montiplicarsi”.
Bertuzzi poi si sofferma sulla sua famiglia: “Mia moglie si chiama Marilena mentre mia figlia Virginia è a San Pietroburgo, in Russia dove sta frequentando il secondo anno di laurea magistrale in studi strategici. Non si conosce bene la situazione e siamo preoccupati ma lei conosce i problemi e cerca di usare tutte le precauzioni possibili”.
La cura un po' efficace Bertuzzi la prende: “Procedo con un antireumatico che mi dà sollievo”.
Infine ecco i ringraziamenti: “Penso sia doveroso dire grazie al personale medico e soprattutto paramedico che rischiano di contagiarsi”.


Chi non saluta al Lidl, non saluta nemmeno fuori dalla propria dimora.

IL PERSONAGGIO: Emilio Padovani, "I Babelici" sono sospesi

Emilio Padovani
Una creazione di Emilio

“La proiezione dei “Babelici”, film diretto da Alessandro Quadretti, è sospesa per il corona virus ma la soluzione per ora è quella di trasmetterlo in televisione sul canale 118 del digitale terrestre”.
Emilio Padovani fa parte dell'opera essendo un artista irregolare che ha realizzato un proprio universo immaginario. Con lui hanno recitato anche Renato Mancini, grande amico di Emilio tanto che si incontrano spesso, ed Elio Cangini, chiamato Gianè, deceduto da qualche tempo.
“L'inaugurazione – continua – fu a un Festival nella capitale, poi passò da Forlì e da altre città nella regione. Il salto di qualità è stato fatto espatriando in Argentina, Uruguay, Spagna. Doveva poi essere visto anche in Inghilterra ma a causa di questa emergenza si è bloccato tutto. Stiamo lavorando per portarlo a Imola”.
Il costruttore di Fantaveicoli vuole ricordare Gianè: “L'ho conosciuto a Forlì e devo dire che era molto simpatico, una macchietta. C'era la caccia a un puma attorno a Rocca San Casciano
e lui ha imbracciato il fucile ed è andato a cercarlo”.
Esaurito l'argomento, Padovani gioca a carte scoperte: “Con i tornei di beccaccino sono fermo perché ora nessuno li organizza. Se ne parlerà tra tre mesi. Ero un giocatore che andava quasi tutte le sere ma, quando si riprenderà, passerà del tempo prima che ritorni”.
Ultima ma non per importanza, ecco la sua passione per i dinosauri di sasso: “Sto preparando un piccolo dinosauro chiamato “Beccaccinosauro”, composto da quattro mani che rappresentano i semi delle carte e il “Kilosauro”, lungo un metro e mezzo che pesa 150 chli. Poi sto terminando di costruire un albero geneologico composto da conchiglie grandi su cui ci sono scritti tutti i dinosauri che ho creato”.

PARLANO DI PALLAMANO: Il Resto del Carlino del 21 marzo 2020


giovedì 19 marzo 2020

AMARCORD: l'amico Luca Blues Man alle prese con "Io sogno"


Luca Blues Man
Un settembre ricco di appuntamenti per Luca Blues Man, l'armonicista e cantante imolese, amante del blues e di Edoardo Bennato. Dopo essersi esibito alla Festa della Cgil, in Pedagna e al Museo del Lavoro Contadino a San Pancrazio, l'artista 22enne continuerà il tour di “Io sogno” sabato 23 settembre alle 14 all'Istituto Riabilitativo di Montecatone. “Io sogno” è il titolo del cd, uscito sabato 6 maggio, che contiene sei brani e una bonus track. L'opera di Luca Blues Man è in vendita dal negozio di dischi “All The Best Music Shop” in via Mazzini a Imola oppure sul sito lucabluesman.jimdo.com/shop.

CREATIVITA': i corsi di Stefania Dal Molin

Stefania Dal Molin

“Siamo bloccati da fine febbraio perché abbiamo chiuso subito. Ci si manteniamo in contatto su WhatsApp, riprenderemo in tempi migliori. I corsi di disegno e ceramica iniziano a settembre ma ci si può iscrivere quando si vuole anche a metà del percorso. Funziona molto il passaparola”.
Stefania Dal Molin, che fa un part time in ceramica, è la maestra nel suo studio in via Salute “Per ceramica ho una decina di allievi mentre per disegno ci sono quattro adulti e quattro bambini, tutti tesserati per l'Endas”.
Stefania poi parla di obiettivi: “In disegno facciamo il percorso completo soffermandoci sull'utilizzo del materiale, la carta, le matite con diverse tecniche. Prendiamo in considerazione la prospettiva, la teoria del colore, il disegno in bianconero, con le matite e i carboncini, le tempere e gli acquarelli. I temi sono i paesaggi e le nature morte, gli astratti, i fiori e gli animali, infine le figuare”.
Anche con la ceramica l'artista imolese ha le idee chiare: “Pure in questo ambito ci sono tante tecniche sia semplici che complicate. La gente vuole fare regali, arredarsi la casa, partecipare ai mercatini o aprire una piccola bottega. Si usano creta, smalti, argilla e colori”.
Poi esiste l'aspetto sociale: “Le persone vogliono socializzare, stare serene, divertirsi, farsi nuovi amici eseguendo belle creazioni. Vedo tanto entusiasmo e voglia di passare il tempo libero. Gli oggetti che vanno per la maggiore sono lampade, vasi, piatti”.
Stafania Dal Molin chiosa con un desiderio: “Mi piacerebbe trovare un maestro per fare scultura. Per ora sono autodidatta”.

EMERGENZA CORONA VIRUS: Bergamo, Malu Cianca: "Stiamo vivendo un vero incubo, non riesco a concentrarmi nel mio lavoro"

Malu Cianca 
Malu Cianca
“Stiamo vivendo un vero incubo, sono passate sei notti in cui non ho dormito a
causa delle sirene delle ambulanze che prendono i contagiati che spesso non sopravvivono. Ho paura di stare male”.
Malu Cianca, appartenente a una famiglia nobile, è una transessuale che fa l'influencer abitando in quel di Bergamo, zona in cui la pandemia legata al corona virus è tra le più gravi.
“Divulgo le mie opinioni sulla moda, sui look, sulle nuove tendenze e tanto altro ancora. Ma ora non ho la testa per farlo, non riesco a concentrarmi. Il nemico invisibile può essere dentro casa, non sappiamo dove si trova. Sentire i mezzi di soccorso fa riflettere e si pensa in negativo chiedendosi chi sarà la prossima vittima, come una roulette russa”.
Cianca, che ha la mamma brasiliana, il nonno romano e la nonna veneta, continua: “Il virus è talmente macabro e crudele che non guarda in faccia a nessuno. Mi ha tolto la serenità anche nella vita quotidiana. Non faccio più le passeggiate col mio cane e soprattutto mi manca già il mio lavoro. Chiedo alla gente di stare in casa. Stiamo morendo uno ad uno”.
Malu infine ricorda i traguardi nella sua attività: “Sono stata menzionata del libro dello scrittore Renato Porfido intitolato “Manuale dell'aspirante attore”. Collaboro con l'agenzia New Celebrity Management che si occupa di organizzare pubblicità nei settori della moda, del cinema e della televisione”.


GRUPPI DI CONTINUITA': Morgana, "Non posso fare altro" che ascoltarlo


“Visto ciò che sta accadendo sui vari social per l'emergenza legata al corona virus abbiamo effettuato alcune dirette su facebook e instagram per presentare “Non posso fare altro” in acustica. Ci siamo accodati a #iorestoacasa. Nel giorno dell'uscita del brano, il 15 marzo, con il batterista mancino Giuseppe Capriati abbiamo ne abbiamo parlato con la cantante Milena Mingotti e l'attore Marco Garbuglia che hanno collaborato con noi”.
Marco Poli, cantante e chitarrista dei Morgana, insieme al bassista Marco Mirri, all'altro chitarrista Michele D'Alessandro e appunto a Capriati fa il punto della situazione.
“Venendo al singolo, tutti abbiamo vissuto un momento di solitudine col bisogno di conforto che a volte non si trova. E quindi è nato prima il testo che ho buttato giù di getto e poi ho pensato all'opera con un arrangiamento per voce e chitarra molto intimo. Lo abbiamo suonato in una serata organizzata da Enzo Miceli che ha scritto “Salirò” per Daniele Silvestri. C'erano tante band ma noi abbiamo fatto colpo su di lui grazie a un sound nuovo”.
E così alcuni brani già pronti possono essere ripensati: “Abbiamo una decina di pezzi rock che vogliamo rivisitare in chiave intimistica. Stiamo anche lavorando su altri brani che vedranno la luce con questo tipo di suoni”.
“Non posso fare altro” ha avuto una genesi ben precisa: “Lo abbiamo registrato e mixato alle ex Cantine Studio da Simone Casadio Pirazzoli e fatto il mastering da Maestà Studio di Giovanni Versari che ha lavorato anche con i Muse. Lo abbiamo confezionato per bene cercando poi un'etichetta che ci sostenesse. Abbiamo firmato per la Pms Studio di Raffaele Montanari. Come dice vo lo stiamo promovuendo con difficoltà ma almeno su spotify e youtuve va molto bene”.
Tra i traguardi ce ne sono di recenti: “Quest'anno siamo stati chiamati a un evento sociale, nel carcere di massima sicurezza a Parma. Nel 2017 abbiamo coinvolto un po' di gente in un flash mob a Bologna suonando “Scende la pioggia” di Gianni Morandi. Nel 2015 è uscito “Credi ancora nelle favole coi singoli “Balla”, “Voglio uscire dal loop”, poi da citare la prima autoproduzione “Radio Positivo”. L'anno scorso abbiamo preso parte al rassegna “Contamina” a Parma, nel 2018 siamo finiti nella rivista “Classic Rock”. Abbiamo suonato anche in piazza Matteotti per Imola in Musica e raggiunto la finale al Biscione d'Oro a Pescia, in Toscana, dove, in giuria, erano presenti Mara Maionchi e Paolo Vallesi. Abbiamo suonato al Mei, aperto i concerti dei Dari e dei Dhamm e siamo stati la miglior band al Mirano Summer Festival.

LA FESTA DEL BABBO: il ricordo di Fiorenzo

Mio padre Fiorenzo
Passo tratto da "Bipolarismo - I miei primi 100 passi", scritto da Rino Tricina.
"Babbo Fiorenzo è morto nel 2011 sotto il trattore. Nel suo amato ranch a Codrignano. Il mio rapporto con lui era di amore-odio. Spesso litigavamo perché io non ero come voleva lui. C'erano scontri aspri anche. Mio padre era un gran lavoratore, un tecnico ben voluto e rispettato mentre io avevo toppato in tanti lavori e stavo provando a riuscire almeno in parte come giornalista. Rimane in me la soddisfazione che babbo mi disse una volta che era contento perché aveva visto alcuni miei articoli in cronaca e gli erano piaciuti. Lo sport infatti non lo considerava. Capo degli elettrici al mercatino dell'usato ai Cappuccini, anche qui ha lasciato un grande vuoto".

SPORT HUB: la nuova trasmissione condotta da Carlo Dall'Aglio e Roberto Ronchi


Domani, alle 20, va in onda la prima puntata della nuova trasmissione in diretta web che si intitola “Sport Hub", ideata e condotta da Carlo Dall’Aglio e Roberto Ronchi. Si tratta di un approfondimento sul campionato di serie C Gold di basket. I tifosi e gli appassionati saranno abilitati a inviare messaggi e a seguire la trasmissione in diretta sulla pagina: https://www.facebook.com/tuttosportimolese. L'argomento della puntata zero è “Siamo ai saluti?”. Saranno in collegamento i coach Davide Tassinari della Bmr Reggio Emilia, Gianluigi Galetti del Fiorenzuola, Marco Regazzi della Virtus Imola, Marcello Casadei del Lugo), Giampiero Serio dell'Olimpia Castello e gli atleti Daniele Casadei della Virtus Medicina, Jacopo Aglio del Bologna e Alex Percan del Ferrara Basket. Gli addetti ai lavori che vorranno prendere parte on air possono contattare Carlo Dall’Aglio (3471430580) e Roberto Ronchi (3355240008).

VIZI?: sigarette mai spente

Ho iniziato a fumare. In ospedale il tempo non passava mai. Allora andavo nella sala apposita con i fumatori e fumavo. Imparare il metodo per fumare non è malvagio ma ne ho fumate troppe. Ora che sono fuori prendo le Winston Blu, quelle che fumano la mia ex Saida e la mia miglior amica Alessandra. Non ne fumo tante, al massimo tre al giorno. Ieri, visto che i tabaccai di pomeriggio sono chiusi, sono andato da una macchinetta dove serve la tessera sanitaria. L'amico Claudio era impossibilitato a prelevarle e così le ho dato la mia rimanenza per tre euro e poi ho aiutato altre due persone che stavano inserendo la carta d'identità.

PARLANO DI ATLETICA: Il Resto del Carlino del 18 marzo 2020


mercoledì 18 marzo 2020

L'AMICO: Francesco Grandi, Padre Luigi Zoffoli nel cuore (1-continua)

Francesco Grandi
Francesco Grandi, prima di tutto, è un amico. E tra amici ci si intende e si collabora. Così lui mi ha coinvolto nel progetto legato a Padre Luigi Zoffoli. Sono il direttore responsabile de “La Voce di Padre Luigi”.
A proposito, presidente dell’associazione Figli Spirituali e Amici di Padre Luigi, a che punto siamo con la pubblicazione del prossimo numero?
“Il corona virus sta influenzando l’impaginazione del giornalino perché non si può stare a stretto contatto col grafico. Questa pandemia non ci consente di lavorare in serenità”.
Che anticipazione puoi dare ai nostri lettori?
“Il 43esimo numero dell’opera è incentrato sul 22esimo anniversario della morte del frate di Calisese. La funzione ha avuto a concelebrare il Vescovo, Monsignor Giovanni Mosciatti che, pur non avendo conosciuto Padre Luigi, si è subito inserito. C’è stata grande partecipazione ed è stato un momento di grande profondità impreziosito dalle musiche del Coro Interparrocchiale della Diocesi. Anche le Suore di Santa Teresa hanno aderito in massa recitando il Santo Rosario. Ogni volta in cui ci troviamo a celebrare la ricorrenza è come se il buio della notte si trasformasse nelle luci dell’alba. E’ grande l’emozione così come la speranza e la carica per andare avanti”.
Come ci si associa e dai un po’ di numeri?
Padre Luigi
“Si compila un modulo in cui sono inseriti tutti i dati chiedendo di entrare a fare parte dell’associazioone come sostenitore. Nel 2020 siamo nell’ordine dei 40 soci mentre, negli ultimi due anni, abbiamo raggiunto il traguardo di 65-70 unità. Lancio un appello per trovare nuove persone, magari giovani che ci diano una mano a organizzare iniziative come tombolate o altro”.
Sui social siete presenti?
“I gruppi ci sono e le visualizzazioni e i mi piace. Ma non si va oltre a questo”.
Che altre attività sono state intraprese?
Purtroppo il gruppo di preghiera non si svolge più da anni per cause di forza maggiore. Sarebbe importante ripartire con questa iniziativa anche perché ora il santuario riscaldato ed è confortevole d’inverno. Una nostra associata si era resa disponibile una volta a settimana e, quando sarà passata la burrasca, ne parleremo”.
A chi i ringraziamenti?
“Siamo una realtà senza fini di lucro e quindi necessitiamo di contributi esterni. Per questo vogliamo ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola che con i presidenti Sergio Santi e Fabio Bacchilega ci sono stati vicini".
Che importanza ha il notiziario?
“Tramite la Voce di Padre Luigi si possono attivare una serie di canali di persone che hanno frequentato il religioso. Le testimonianze sono fondamentali e senza di loro sarebbe difficile dimostrare l’esistenza della stessa associazione. Abbiamo avuto l’aiuto dei quotidiani e della carta stampata”.
Parla del Trofeo Padre Luigi Zoffoli?
“Premetto che ringrazio coloro che si sono impegnati con passione e intelligenza per organizzare questo evento sportivo a carattere amatoriale sotto l’egida dell’Endas, un ente di estrazione repubblicana. Tramite lo sport  è possibile tenere viva la memoria del Francescano. La manifestazione sta durando negli anni grazie all’attenzione di persone che amano il calcio a 5. Non sono più giovani ma amano l’aggregazione e lo stare insieme. Durante la premiazione ho notato nei loro cuori e occhi il piacere di giocare con agonismo, a volte con scontri verbali, perché nessuno vuol perdere, ma per divertimento”.

Una pecca però c’è?

“Non c’è molto pubblico. E’evidente che è necessario promuoverlo bene. Non abbiamo pubblicizzato il torneo nel migliore dei modi. Però il salto di qualità l’abbiamo fatto ottenendo i patrocini del Comune e della Diocesi e il contributo della Fondazione. Ora stiamo preparando la decima edizione senza fretta. Dobbiamo metterci a metterci un tavolo per prevedere il tutto tra maggio e giugno, all’aperto. Si deve essere belli tranquilli e rilassati facendo anche i conti per bene, senza andare in affanno o confusione perché se sorgono dei problemi sono poi difficili da risolvere”.

martedì 17 marzo 2020

IL MALINTESO: Sordi sì ma non Alberto

Telefonata surreale. Chiamo una tipa perché una mia amica conosciuta in diagnosi e cura mi ha detto che ha bisogno di medicine e sigarette. La chiamo e questa non sente nulla. E dice cose che non centrano con quello che le chiedo. Quando capisco che è sorda dura alzo la voce tanto da sembrare incazzato. Alla fine ci capiamo. Le dico che non posso anticipare i soldi e allora vado fuori dall'ingresso del reparto e tramite l'infermiera mi faccio dare il denaro. La medicina l'ho già acquistata, domani penserò alle paglie.

AMARCORD: i 50 anni del Giro dei Tre Monti

Il bel tempo ha attirato tantissimi podisti per la 50esima edizione del Giro dei Tre Monti, organizzata dall’Atletica Imola Sacmi Avis capitanata da Leo Zanuccoli. Alla partenza dall’autodromo Enzo e Dino Ferrari si sono presentati 784 atleti pronti per la gara e circa 4500 per correre e camminare in compagnia. Nella gara sulla distanza di 15,3 chilometri, tra gli uomini, sul primo gradino del podio è salito il keniota Chelanga Ishmael Kalale dell’Atletica Casone Noceto con il tempo di 46’13’’. Al secondo posto si è piazzato il corridore del Burkina Faso Olivier Irabaruta dell’Atletica Parco Alpi Apuane che ha chiuso con oltre un minuto di ritardo e l’altro keniota Kimeli Hosea Kisorio della Virtus Cr Lucca. Il primo italiano che ha tagliato il traguardo è stato Gianluca Borghesi dell’Avis Castel San Pietro, giunto all’11esimo posto. Il migliore dell’Atletica Imola Sacmi Avis è stato Simone Bernardi che ha concluso la gara in 14esima posizione. In campo femminile il podio è tutto africano con la vittoria della keniota Jeruto Ivyne Lagat dell’Athletic Terni in 54’22’’ davanti all’ugandese Adha Munguleya dell’Atletica Lammari e all’etiope Belay Addisalem Tegegn dell’Atletica Brugnera. La migliore azzurra all’arrivo, giunta quarta, è stata Beatrice Boccalini del Gruppo Sportivo Gabbi Bologna. Una novità di questa edizione riguarda il mondo dell’atletica giovanile con l’introduzione della 19esima prova delle “Promesse di Romagna” che andrà in scena all’interno del circuito, nella zona del box numero 15.
Centrale il libro scritto dalla giornalista, scrittrice e insegnante, Lisa Laffi, con la collaborazione di Leo Zanuccoli e Leo Monduzzi, che narra la storia delle cinquanta edizioni della manifestazioni. In ogni capitolo c’è un post-it con gli avvenimenti più importanti delle varie annate. Una copia ridotta del tomo è stata donata a tutti i partecipanti. Oltre a ciò la prima tappa della Scarpaza, 18° Memorial  Raffaele Franceschelli, 10° Memorial Domenica Domenicali, ha premiato i podisti con trofei, prosciutti, pacchi gara e confezioni di vino. Per ciò che riguarda il denaro, il primo classificato si è aggiudicato mille euro, il secondo 500 e il terzo 250.
Come sempre i punti di ristoro erano ben provvisti. Quantità industriali di bicchieri di te, biscotti, frutta fresca, nutella e tanto altro. Lavoro efficace quello della Protezione Civile che ha provveduto a mantenere l’ordine a livello di viabilità.


IL MUSICISTA: Luca Blues Man, "eterno ribelle"

Luca Blues Man
Il secondo cd di Luca Blues Man è uscito sabato 29 febbraio e sarebbe disponibile da All The Best, situato in via Mazzini, da Berlin Vinile in via Valeriani e in altri punti vendita anche se, con l’emergenza legata al corona virus, le restrizioni sugli orari non mancano. Nessun problema invece sul sito lucabluesman.jimdofree.com/shop. Il disco si intitola “Eterno ribelle” e contiene otto brani di diverso genere, dal rock al pop. Le date sicure ma non ancora programmate si terranno nel negozio di Filippo Baroncini (All The Best) e al Cinema Pedagna, quartiere in cui Luca è cresciuto. La presentazione sarà moderata dal giornalista Mirko Melandri. I titoli delle canzoni sono “Eterno ribelle”, “Musica nel cuore”, “Signora tecnologia”, “L’alieno”, “Verità nascoste”, “Bella come sei”, “Figlio dei sogni”, “Fantasticamente fantastico”. Dopo due anni il musicista in sedia a rotelle ritorna sulla cresta dell’onda con un’opera avvincente che si ascolta bene fin da subito. Una trentina di minuti di suoni ben plasmati e impreziositi dalla chitarra e dal sitar di Roberto Savelli. Il lavoro precedente si chiamava “Io sogno”, un tema ricorrente per Lbm.
“Il messaggio che voglio lanciare – dice il musicista di casa nostra – è quello di esortare a andare avanti nonostante le difficoltà e le prove che la vita ci presenta. Si tratta di un album più maturo rispetto al precedente. Sono cresciuto ed è cambiato il mio modo di pensare. C’è una connessione col sogno ma le sonorità sono più rock ed etniche. E’ un mix di generi”.
Luca continua: “Ho voluto creare un’alchimia musicale, un insieme di generi coniugandoli con contesti importanti. La vena blues così come quella rock e pop è presente ma mi sono concentrato ancora di più sugli argomenti e sui testi”.

IL PERSONAGGIO: Gerry Rosi, musicista a tutto tondo

Gerry Rosi a Imola
A Imola i musicisti di strada non mancano. Tra fisarmonicisti, violinisti si distingue un musicista che si esibisce con la sua voce e la chitarra spaziando in tanti generi.
Come vivi questo delicato momento relativo al corona virus?
“Lasciamolo sfogare ma poi si riparte o almeno ci si prova”.
Che rapporto hai con Imola a livello di musicista?
Partendo dal fatto che suono in strada da 40 anni, ho cominciato a suonare a Imola relativamente tardi. Da quando mi sono trasferito da Modena in provincia di Bologna circa 10 anni fa. All'inizio mi è sembrato un posto un po’ piccolo però c'é una buona acustica e ho trovato un discreto numero di persone che apprezzano quello che faccio come del resto in molte altre città”.
Da quanto tempo non vieni?
“E' un pò che non suono a Imola ma il fatto é che sono spesso all'estero. Circa sei mesi ogni anno. L'ultima volta, come raramente succede, ho avuto problemi con i Vigili ma credo sia successo perché avevo portato per la prima volta un amplificatore più potente che stavo ancora settando e così sono passati dicendo che ero troppo alto. Di solito non succede perché quasi tutti quelli che si fermano dicono che al contrario sono “rilassante” e anche molti negozi lo hanno detto e spesso mi chiedono di suonare da loro”.
Che reazione hanno i passanti?
“Alcuni passanti non capiscono ma suono per quelli che hanno la sensibilità di apprezzare quello che faccio e
Attrezzatura
con la speranza che molti di quelli che non capiscono un giorno lo faranno”.
Quanto si guadagna?
“Il guadagno é legato a quanto suoni. Si può vivere suonando in strada e io ne sono un esempio. Ma i soldi sono una componente molto secondaria in quello che faccio”.
Gerry Rosi
Ti hanno fermato altre volte le Forze dell'Ordine?
“A volte. A periodi ma non é importante perché chi crede in quello che fa non si arrende mai e io sono uno di quelli”.
Quali sono i luoghi in cui suoni più volentieri?
“In Italia sono tanti ma ci sono anche tanti posti dove non si può suonare o dove fanno regole tanto cervellotiche da scoraggiare chi vuole suonare. Ma qui da noi i musicisti di strada sono molto meno stimati che all'estero. Molto bene in Germania, Danimarca, Finlandia e Polonia”.
Perché hai deciso di suonare per strada usando voce e chitarra?
“E’ stata un’evoluzione. All'inizio non prestavo tanta attenzione a ciò che suonavo perché pensavo a viaggiare. Con l'amplificazione si può calibrare maggiormente la voce e trovare il suono che é ciò che fa la differenza tra uno che suona in strada e un vero busker. A quel suono a volte ci si arriva con anni di esperienza anche se un po’ di talento e orecchio sono fondamentali.




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Federico Signorini La sosta di campionato consente al Bologna di recuperare la 4a giornata di campionato, rimandata a causa dell'alluvio...