martedì 17 marzo 2020

IL PERSONAGGIO: Gerry Rosi, musicista a tutto tondo

Gerry Rosi a Imola
A Imola i musicisti di strada non mancano. Tra fisarmonicisti, violinisti si distingue un musicista che si esibisce con la sua voce e la chitarra spaziando in tanti generi.
Come vivi questo delicato momento relativo al corona virus?
“Lasciamolo sfogare ma poi si riparte o almeno ci si prova”.
Che rapporto hai con Imola a livello di musicista?
Partendo dal fatto che suono in strada da 40 anni, ho cominciato a suonare a Imola relativamente tardi. Da quando mi sono trasferito da Modena in provincia di Bologna circa 10 anni fa. All'inizio mi è sembrato un posto un po’ piccolo però c'é una buona acustica e ho trovato un discreto numero di persone che apprezzano quello che faccio come del resto in molte altre città”.
Da quanto tempo non vieni?
“E' un pò che non suono a Imola ma il fatto é che sono spesso all'estero. Circa sei mesi ogni anno. L'ultima volta, come raramente succede, ho avuto problemi con i Vigili ma credo sia successo perché avevo portato per la prima volta un amplificatore più potente che stavo ancora settando e così sono passati dicendo che ero troppo alto. Di solito non succede perché quasi tutti quelli che si fermano dicono che al contrario sono “rilassante” e anche molti negozi lo hanno detto e spesso mi chiedono di suonare da loro”.
Che reazione hanno i passanti?
“Alcuni passanti non capiscono ma suono per quelli che hanno la sensibilità di apprezzare quello che faccio e
Attrezzatura
con la speranza che molti di quelli che non capiscono un giorno lo faranno”.
Quanto si guadagna?
“Il guadagno é legato a quanto suoni. Si può vivere suonando in strada e io ne sono un esempio. Ma i soldi sono una componente molto secondaria in quello che faccio”.
Gerry Rosi
Ti hanno fermato altre volte le Forze dell'Ordine?
“A volte. A periodi ma non é importante perché chi crede in quello che fa non si arrende mai e io sono uno di quelli”.
Quali sono i luoghi in cui suoni più volentieri?
“In Italia sono tanti ma ci sono anche tanti posti dove non si può suonare o dove fanno regole tanto cervellotiche da scoraggiare chi vuole suonare. Ma qui da noi i musicisti di strada sono molto meno stimati che all'estero. Molto bene in Germania, Danimarca, Finlandia e Polonia”.
Perché hai deciso di suonare per strada usando voce e chitarra?
“E’ stata un’evoluzione. All'inizio non prestavo tanta attenzione a ciò che suonavo perché pensavo a viaggiare. Con l'amplificazione si può calibrare maggiormente la voce e trovare il suono che é ciò che fa la differenza tra uno che suona in strada e un vero busker. A quel suono a volte ci si arriva con anni di esperienza anche se un po’ di talento e orecchio sono fondamentali.




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