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Gerry Rosi a Imola |
A Imola i musicisti di strada non mancano. Tra
fisarmonicisti, violinisti si distingue un musicista che si esibisce con la sua
voce e la chitarra spaziando in tanti generi.
Come vivi questo
delicato momento relativo al corona virus?
“Lasciamolo sfogare ma poi si riparte o almeno ci si prova”.
Che rapporto hai con
Imola a livello di musicista?
“Partendo dal
fatto che suono in strada da 40 anni, ho cominciato a suonare a Imola
relativamente tardi. Da quando mi sono trasferito da Modena in provincia di
Bologna circa 10 anni fa. All'inizio mi è sembrato un posto un po’ piccolo però
c'é una buona acustica e ho trovato un discreto numero di persone che
apprezzano quello che faccio come del resto in molte altre città”.
Da quanto tempo non
vieni?
“E' un pò che non suono a Imola ma il fatto é che sono
spesso all'estero. Circa sei mesi ogni anno. L'ultima volta, come raramente
succede, ho avuto problemi con i Vigili ma credo sia successo perché avevo
portato per la prima volta un amplificatore più potente che stavo ancora
settando e così sono passati dicendo che ero troppo alto. Di solito non succede
perché quasi tutti quelli che si fermano dicono che al contrario sono “rilassante”
e anche molti negozi lo hanno detto e spesso mi chiedono di suonare da loro”.
Che reazione hanno i
passanti?
“Alcuni passanti non capiscono ma suono per quelli che hanno
la sensibilità di apprezzare quello che faccio e
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Attrezzatura |
Quanto si guadagna?
“Il guadagno é legato a quanto suoni. Si può vivere suonando
in strada e io ne sono un esempio. Ma i soldi sono una componente molto
secondaria in quello che faccio”.
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Gerry Rosi |
Ti hanno fermato altre
volte le Forze dell'Ordine?
“A volte. A periodi ma non é importante perché chi crede in
quello che fa non si arrende mai e io sono uno di quelli”.
Quali sono i luoghi
in cui suoni più volentieri?
“In Italia sono tanti ma ci sono anche tanti posti dove non
si può suonare o dove fanno regole tanto cervellotiche da scoraggiare chi vuole
suonare. Ma qui da noi i musicisti di strada sono molto meno stimati che
all'estero. Molto bene in Germania, Danimarca, Finlandia e Polonia”.
Perché hai deciso di
suonare per strada usando voce e chitarra?
“E’ stata un’evoluzione. All'inizio non prestavo tanta
attenzione a ciò che suonavo perché pensavo a viaggiare. Con l'amplificazione
si può calibrare maggiormente la voce e trovare il suono che é ciò che fa la
differenza tra uno che suona in strada e un vero busker. A quel suono a volte
ci si arriva con anni di esperienza anche se un po’ di talento e orecchio sono
fondamentali.
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