Molte ragazze del territorio, tra cui diverse studentesse dei vostri istituti, ci hanno contattate per segnalare come questo invito ministeriale abbia aumentato ulteriormente la loro rabbia e frustrazione per quello che sta succedendo.
Riteniamo che il suddetto minuto di silenzio non solo vada contro a quella che è stata la chiara volontà espressa dalla famiglia Cecchettin, ma che sia anche un gesto fortemente ipocrita. Il femminicidio è l’espressione più acuta della cultura patriarcale che permea ogni aspetto della nostra società e se davvero si vuole restituire memoria e dignità alle vittime lo si deve fare prendendo parola su questo fenomeno, non stando in silenzio.
Per questo motivo vi invitiamo a sfruttare quel minuto non per fare silenzio, ma per condividere con le vostre alunne e i vostri alunni riflessioni informate, a partire da quelle che abbiamo condiviso ieri, domenica 19 novembre, in piazza.
Oltre a questo, ci auguriamo che le scuole del nostro territorio si impegnino attivamente in percorsi di educazione sessuale e all’affettività in ottica femminista e che in questo senso prevedano formazione non solo per le studentesse e gli studenti, ma anche per il personale docente.
Saluti, Collettiva Isterica
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